La sua era una missione ben precisa: unire un popolo sotto i princìpi che lo avevano guidato sino a quel momento. Così aveva promesso a Silvara, sua compagna di sempre. Quelle sono state le sue ultime parole prima di divenire per l'ultima volta e per sempre drago. Silvara poteva prendere le sembianze di una donna elfo ed in tali sembianze sbocciò l'amore. Ma lei sapeva che ciò non poteva esistere e presto sarebbe dovuta ritornare nelle sue vere spoglie. Prima di ritrasformarsi strappò la sua ultima promessa da Gilthanas e non poteva ignorarla. Ora Gilthanas aveva una nuova missione da compiere, ma non era una cosa facile, c'erano tante incognite. Chi l'avrebbe seguito in questa che era una scommessa più che una missione? E chi poteva seguire un elfo? E dove avrebbe cominciato?
Assorto nei suoi pensieri, mentre era accampato lungo l'argine del fiume, e preso dai suoi enormi dubbi, una voce interruppe l'assordante silenzio: "A cosa pensi Elfo?"
Gilthanas si destò, strinse l'elsa della sua lancia e si guardò attorno, ma non vide nessuno, il sole ormai volgeva al tramonto e le luci del crepuscolo e gli ululati dei lupi rendevano l'atmosfera spettrale.
Stringendo gli occhi scorse prima un' ombra che via via con chiarori violacei prendeva forma. Era una strega. Donne che hanno donato la propria vita in cambio di enormi poteri magici.
"Chi sei?", chiese l'elfo alla strega.
"Rispondi ad una domanda con un'altra domanda?" disse con voce severa la strega.
"Hai ragione strega, sono Gilthanas, Gilthanas di Qualinesti."
"L'elfo che ha ucciso il drago?" chiese lei incuriosita. Le sue gesta anticipavano l'eroe nel suo cammino e la strega conosceva il suo percorso. Ora aveva davanti il motivo che aveva spinto la strega a galoppare a cavallo senza una meta. Sentiva che era il momento di partire senza sapere per dove e per trovare chi o cosa. Ora, guardando quell'elfo quasi buffo, cominciava a comprendere.
Aveva sentito galoppare in lontananza ed aveva scorto un grande cavallo bianco sormontato da un elfo. La direzione era quella del fiume e correva verso la città salvata. Marion, strega delle terre di Rhomila, muovendosi nella sua invisibilità l'aveva seguito, osservato per lungo tempo, studiato. Ora l'elfo era fermo, stanco del lungo ininterrotto viaggio ed invece di riposare era appoggiato al tronco di un albero a riflettere con le braccia incrociate, . I suoi pensieri erano così evidenti e Marion sentiva così tanto la necessità di parlargli che decise di cominciare quello che sarebbe stato più di un semplice scambio di battute.
"Si sono io. Ho perso tutto quello che avevo. Ho perso Silvara e tutti i miei fedeli amici. Hanno combattuto con me, hanno sofferto con me. Il drago è morto, è battuto, è tornato nella sua terra ma al mio fianco non ho più chi mi ha salvato" disse l'elfo abbassando gli occhi verso il fiume che scorreva placido.
La strega, avvertendo il dolore di Gilthanas, addolcì la voce continuando:
"Io sono Marion. Strega di Rhomila. Anche io sono in viaggio, ma non so cosa cerco. Il Fato mi ha condotto qui e qui ho trovato te."
Marion e Gilthanas si guardarono negli occhi. I loro sguardi inquisitori trovarono immediato, reciproco rispetto.
Capendo come la strega leggesse i suoi pensieri, con poche parole Gilthanas disse a Marion:
"Strega ho bisogno di te. Accompagnami a Randol. Ho bisogno di trovare delle persone che mi aiutino nella mia causa."
Marion rispose "Elfo, la prima persona l'hai già trovata".
Gilthanas scorse un leggero sorriso sulle labbra della strega. Era una cosa rara. Un elfo sa queste cose. Gli vengono insegnate fin da quando non sa nè leggere nè scrivere.
I due si rimisero in viaggio assieme. Marion sentiva che qualcuno li osservava. Alzò la mano e la fece roteare. L'ombra li avvolse e diventarono invisibili. Ormai la notte era scesa, i due galopparono nel silenzio senza parlare sino a quando all'orizzonte si affacciò la grande città di Randol...
La città di Randol è l'ultima roccaforte rimasta in piedi dall'ultimo assalto delle forze del male. A protezione dell'entrata, degli enormi draghi di pietra sfidano coloro vogliano accedervi. La giornata era buona. Gilthanas aveva ritemprato le membra stanche dopo l'ultimo viaggio presso la locanda "la vecchia lancia". Per poche corone potette riposare in un letto morbido...non ricordava più l'ultima volta che ciò era accaduto. Marion, la sua unica amica in quelle terre sino a quel momento l'aveva accompagnato sino all'uscio della taverna per poi dileguarsi nell'ombra come era suo solito.
Ultima modifica di Gilthanas il Lun 4 Ott - 12:04 - modificato 2 volte.